venerdì 13 novembre 2009

Intervista ai Forward Area


La più odiata Punk Band, creata nel 2002 a Gainsville, Florida. Oggi composta da:

Eric – vocalist, basso
Mike - chiarra
Dave - batteria

All’inizio i ragazzi suonavano Punk Hardcore apolitico. Con il passare del tempo hanno cominciato ad incazzarsi per come la parte dei punk di sinistra si stava comportando e decidono così di impiantare le loro idee politiche nella loro musica. Così i Foward Area possono tranquillamente affermare di essere loro la prima band NazionalSocialista di Street Punk. Siccome Mike è un abituale visitatore del nostro Blood&Honour Forum, gli abbiamo chiesto il tempo per un’intervista.

Grazie Mike per aver accettato questa intervista. Quando abbiamo sentito parlare di voi per la prima volta qualche anno fa, eravamo davvero contenti di sentire quanto il RAC si fosse fatto strada. Quali sono le tue maggiori 10 influenze musicali?
E’ difficile buttarne giù una lista, ma posso dire che le mie 10 principali influenze musicali sono:
Sex Pistols,
Skrewdriver
The Exploited
Anti-Nowhere League
G.B.H.
Blitz
U.S. Chaos
Minor Threat
White Pride
Midgards Soner

Voi vi definite Street Punk NazionalSocialisti. Ovviamente non tutti gli aspetti del NazionalSocialismo di Hitler possono essere applicati ai tempi correnti. Quali sono gli aspetti per voi più importanti?
A mio parere, gli aspetti più importanti del NazionalSocialismo sono la working-class (classe operaia) e le politiche sociali ed etniche, ambientalismo, anti-comunismo e anti-capitalismo, e i programmi per la sanità pubblica.
Questo è quello che mi sento di definire come ideologia al di là delle altre filosofie politiche della storia. Mi piacerebbe che questi principi venissero preservati dai difensori del NazionalSocialismo, ma comunque concordo con il dire che ci sono degli aspetti del NazionalSocialismo Tedesco che, ad oggi, risultano superati e che necessitano alcune modifiche.

Nel documentario dei Sex Pistols, “ The Flith and the Fury”, Johnny Lyden "Rotten" definisce la parola “anarchico” come l’unica parola a cui poter pensare in rima con “anti-Cristo”!! Puoi spiegarci come il movimento punk, che chiaramente non cominciò come anarchico o anti-razzista, possa essere stato avvicinato dalla sponda di sinistra?
Credo che l’avvicinamento al punk da parte di ultra-liberali, sia dovuto all’azione dei media e dell’industria musicale degli anni ’70 –’80 (fine ’70, inizi ’80). Non appena uscì il singolo dei Sex Pistols “Anarchy in the U.K.” i media non hanno perso occasione per accostare il termine punk al termine anarchico anche se chiaramente i Sex Pistols stessi non erano anarchici affatto. Quindi naturalmente, gli anarchici e i comunisti di oggi traggono vantaggio da questa distorsione dei media nell’influenzare i giovani interessati alla sottocultura. E fù anche generalmente facile per la maggior parte dei gruppi politici speculare sul movimento punk considerando che tale movimento non ha mai avuto una ben definita affiliazione politica, ma per i gruppi di anarchici fu facile ricondurre il punk al loro pensiero.
Nonostante tutto, ho l’impressione che l’industria musicale abbia fatto tutto il possibile per evitare che la gente venisse a conoscenza del numero di band punk razziste e NazionalSocialiste che esistevano al tempo, in modo tale da mantere il punk come genere da diffondere nei maggiori canali. Come conseguenza di ciò, oggi troviamo il punk inserito in contesti orribili ed assai ambigui. Si è passati da un movimento completamente incentrato sul far fronte alla correttezza politica, ad un movimento totalmente allineato con la stessa correttezza politica.

Siamo sempre più contenti ed entusiasti nel vedere un sempre crescente numero di band trasmettere il nostro messaggio ai giovani bianchi. Ian Stuart la pensava allo stesso modo infatti usava il suo progetto di “White Diamond” (diamante bianco) per interessare bikers e rockers; il suo progetto di “Klansmen” per avvicinare i Rockabillies e Psychobillies alla nostra resistenza musicale di pari passo con le “ballate” per i più conservatori. Quale messaggio vuoi dare agli SkinHead che ancora pensano di avere il monopolio della scena della resistenza rock ‘n roll nonostante l’instancabile lavoro di Ian Stuart?
Vorrei far capir loro che in questo modo risultano controproducenti per la causa, nonostante quelli che loro ritengono essere motivi razionali. Il diffondersi della nostra ideologia nei generi e nelle sottoculture bianche non è altro che un fattore positivo. Come hai già detto, Ian Stuart già realizzò questo progetto ed aiutò quindi il NazionalSocialismo bianco a diffondersi in altri generi musicali; è stato anche lui, in un momento della sua vita, un punk. Credo che la maggior parte delle persone concrete comprendano i benefici e non c’è niente di negativo nel nostro messaggio finalizzato a raggiungere una sempre maggiore fetta di gioventù. E’ importante che non ci lasciamo separare da cose futili e di scarsa importanza quali le mode o le differenze tra le varie sottoculture. Insieme possiamo ottenere molto di più.

Questi SkinHeads che si sentono offesi da coloro che non si dichiarano SkinHeads ma rivendicano i bianchi ideali NazionalSocialisti, devono rendersi conto che non tutti vogliono necessariamente essere SkinHead e non devono sentirsi costretti ad esserlo solo per essere “ben visti” nella scena. Io sono fortmente convinto che potremmo assistere ad un enorme incremento di persone nel nostro movimento se non ci fosse la convinzione che bisogna essere SkinHead per farne parte.

I veterani della Blood & Honour vengono per la maggior parte dai primi periodi dell’Oi! dove skins e punks ancora andavano agli stessi show. Per queste vecchie generazioni, vedere creste ai concerti ed eventi della Blood & Honour non crea certo nessun fastidio. Siccome il RAC esiste da approssimativamente 20 anni, esistono molti skinheads che hanno totalemente bypassato l’Oi! per dirigersi direttamente al RAC. Io credo che questi sono gli skinheads che più necessitano di farsi convinti che PUNKS NOT RED! (ossia che il punk non appartiene ai “rossi”). Cosa diresti a queste persone per convincerle che il punk ancora si colloca nella scena skinhead?
Beh, direi loro che il punk bianco è esistito sin dal 1977 e credo che ci siamo guadagnati il diritto ad un posto nel movimento musicale razzista. Consiglierei loro di guardare dentro la storia della loro sottocultura e rendersi allora conto del profondo impatto che il PUNK ha avuto su di essa. Solo perché la scena Punk, al giorno d’oggi, sembra esser stata presa dal sopravvento di individui poco desiderati, non significa che chiunque si definisca PUNK faccia parte di quella cerchia di elementi di disturbo, come sarebbe sbagliato credere che gli SkinHeads non abbiano più un ruolo nell’ambiente della White Power Music solo a causa di elementi di disturbo quali gli Sharp e i Red Skin. Ci saranno sempre delle sottoculture infiltrate ma non possiamo permettere a queste di portarci via anche quelle degne persone che ne fanno parte.

Sappiamo della tragica perdita del tuo originario batterista Jacob, a causa di un attacco razzista. Che impatto ha avuto questo evento su di te a livello personale e/o politico? Se lo spirito del tuo fratello potesse parlarti cosa ti direbbe?
L’omicidio di Jacob ha praticamente confermato la nostra convinzione che i non-bianchi dimostrano di essere dei senza cervello, impulsivi, violenti, con un atteggiamento criminale dovuto allora loro scarsa formazione e ciò prova che sono dunque una ulteriore minaccia per la nostra intera razza nella società multirazziale in cui siamo costretti a vivere. Questo mi ha fatto comprendere ancora più a fondo l’importanza di una buona istruzione per quante più persone possibili riguardo gli orrori di questi animali subumani prima che ne diventino vittime.

Vorrei far anche notare che i quattro neri che hanno partecipato all’aggressione hanno ricevuto delle pene molto lievi per il reato commesso da 6 a 8 anni di galera ciascuno. Chi ha effettivamente sparato non ha ancora ricevuto sentenza, sono però convinto che anche lui riceverà una pena ridicola. Stai sicuro che se fossero stati cinque bianchi a fare irruzione in una casa, derubare e poi uccidere una persona, avrebbero ricevuto la pena di morte o quanto meno la galera a vita. Questo è però il sistema, disgustoso.

Mi piace di pensare che se Jake potesse parlarmi mi direbbe di non arrendermi mai, di non smettere mai di combattere, mantenere la retta via e di andare avanti con la band. Manca a tutti noi.

Recentemente ho sentito una frase da Lars Frederiksen – “Punks not dead. It just suck right now!” (“Il Punk non è morto. Fa solamente schifo al momento.”)

Cosa è in programma per i Fowa
rd Area al momento per cambiare ciò?
Il nostro piano e di fare quanto più possibile con i Foward Area; suonare in quanti più possibili concerti non-white-power e farci apprezzare da quanti più giovani punks possibile. Credo che ancora siamo in tempo per cambiare le cose e con il passare del tempo vedo sempre più segni incoraggianti. Penso davvero che i giovani bianchi siano solo sempre più stufi di questo nonsenso del “politicamente corretto” al quale sono soggetti quotidianamente e penso che stiano cercando un’alternativa a questa posizione sionista. Dobbiamo far loro capire che c’è un’altra strada.

Parlaci del vostro primo CD con i Warfare88. Parlaci anche dei Warfare88 come gruppo e come è nato questo progetto.
Sono stato contattato da Roy dei Warfare88 nell’estate del 2005. Aveva visitato il nostro sito internet e gli era piaciuto l’mp3 che avevamo postato (credo fosse la nostra canzone “Destroy ARA”). Gli ho detto che gli avrei mandato il nostro demo e lui mi ha mandato uno dei loro cd. Il demo gli è piaciuto molto e mi chiese se i Foward Area sarebbero stati disposti a fare uno split con il suo gruppo Punk Rock, i Warfare88, appunto. A noi era piaciuto molto il loro album di debutto così accettammo. Così ci siamo organizzati per trovare una casa discografica interessata a questo possibile album. Per un po’ di tempo sono stato particolarmente in contatto con una casa discografica della California chiamata Condemned Records, a seguito di una nostra intervista apparsa su di una rivista, e si mostrarono particolarmente interessati al progetto. Accettarono così di produrci il CD e nell’arco di pochi mesi siamo entrati negli studi di registrazione. Ciascuna band ha registrato 11 nuove canzoni e, per Aprile 2006, uscì l’album HATE PUNK IN YOUR FACE. E abbiamo ricevuto molti apprezzamenti per questo.

Warfare88 è una band composta da Roy e Tom, che sono conosciuti per i loro lavori in band come: Final War, Aggressive Force, Cut Throat, e molte altre band. Il loro stile musicale è molto simile ai primi generi Punk Rock della West Cost Americana.

Come si chiamerà il vostro prossimo CD e da quale casa discografica sarà prodotto?
Il nostro CD completo si chiamerà, probabilmente, NOW IS OUR TURN (Adesso tocca a noi), tuttavia il titolo potrebbe essere soggetto a modifiche e per il momento siamo in contatto con la Final Stand Records per la produzione. Speriamo di cominciare a registrare per quest’inverno. E siamo sicuri che i fans del CD Hate Punk In Your Face non ne rimarranno delusi.

Se qualche giovane dovesse prendere da questo CD un chiaro messaggio, quale sarebbe?
Che tutte le nazioni bianche stanno attraversando un periodo di crisi e che la nostra razza sta andando incontro all’estinzione. Questo è dovuto, primariamente, al controllo sionista sui media e le grandi imprese. Questo è quanto a meno che non ci impegniamo per fare qualcosa.

I Foward Area sono stati validi contribuenti per molte discussioni politiche nei circoli Blood&Honour. Avete raggiunto e aggregato molti camerati tra noi e le nostre divisioni. Molti si chiedono il tuo punto di vista e a cosa ti associ, considerando il brano che avete pubblicato nel 2004 per la compilation di coloro i quali desiderano distruggere la Blood & Honour di Ian Stuart. Cosa diresti a loro?
Questo problema è venuto fuori più volte nel passato e vorrei chiarificarlo a tutti coloro che sono curiosi di sapere.
Andando a ritroso nel tempo, a qualche punto del 2003, qualcuno con cui ero stato per breve tempo in contatto, raccomandò la nostra band ad una persona che stava mettendo insieme il quinto volume della Blood & Honour Compilation. Ci chiese così se avessimo voluto contribuire all’album e noi accettammo. Ora, la cosa da tenere bene a mente, è che al tempo avevamo circa 16-17 anni e che non eravamo stati coinvolti abbastanza a lungo nella scena musicale del White Power. Infatti neanche eravamo a conoscenza del fatto che esistessero due differenti gruppi del nome “Blood & Honour”! Tutto quello che sapevamo era che i precedenti volumi della compilation avevano visto la partecipazione di gruppi quali Skrewdriver e Brutal Attak, quindi eravamo contenti del progetto.
Non fu fino a dopo l’uscita, nel 2004, del CD che siamo venuti a conoscenza di alcuni fatti. Se in qualche momento qualche gruppo pro-bianchi ci avesse chiesto di contribuire ad una compilation, avremmo accettato. Eravamo ansiosi di far conoscere il nostro materiale. Voglio dire, è evidente che se fossimo stati profondamente legati con i Combat18, non avremmo mai suonato ad uno show con band di HammerSkins che ci avevano seguito nell’incisione della nostra canzone, ma sareste sorpresi di sapere quanti ci hanno etichettato come una band C18 nel passato.
Vorrei anche sottolineare che nessuno dei Foward Area fa parte di alcuna associazione. E abbiamo inoltre deciso di non prendere parte a queste battaglie interne alla scena e non conosciamo molto della storia alle spalle di tutto ciò. Tutto quello che sappiamo è che in America più o meno ogni gruppo White Power e SkinHead ha problemi l’uno con l’altro e davvero non vogliamo avere niente a che fare con tutto ciò. Siamo una band a-partitica e giudichiamo le persone individualmente ed esclusivamente dal loro carattere, come speriamo che anche loro facciano con noi. Per essere chiari, siamo in questo movimento solo per fare cose positive.

Abbiamo letto che siete in contatto con altre band punk d’America appartenenti all’ala destra. Potresti indicarci chi vale la pena conoscere?
Ci sono state alcune punk band razziste con cui sono stato in contatto negli anni, sono i Chaos Squad e i Final Blood 88. Molte band non hanno funzionano per varie ragioni. Comunque sono anche in contatto con varie band WP al di fuori degli Stati Uniti (come gli Italian Dogs ad esempio) di cui credo se ne sentirà parlare molto di più in futuro.

Alcune band pro-white e nazionaliste in America che vi suggerirei di ascoltare sono: White Pride, Fight For Freedom, U.S. Chaos, e The Dirty White Punks (che credo suonino ancora).

Le ultime cose da dire ai nostri lettori?
Vorrei ringraziare Gail e la Blood & Honour per l’eccezionale intervista. Continuate così con questo buon lavoro camerati!

E ai lettori: avrete forse incontrato dei Punk appartenenti alla feccia e ai quei bastardi ultra-liberali, ma non lasciate che questi sacchi di merda vi prendano in giro perché IL PUNK NON è ROSSO!

88/’77

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